giovedì 5 gennaio 2017

Da Chapel Hill a Key West e ritorno: 2542 miglia!

Partiamo da Chapel Hill il 21 dicembre pomeriggio, appena Rebecca torna da scuola, con destinazione Santee in South Carolina, non tanto perché si trovi all’interno del bellissimo parco statale del lago Marion, ma perché tappa perfetta dal punto di vista logistico in quanto a tre ore e mezza di distanza da casa.

Ingresso dell'Universal Studio

Il mattino del 22 ci svegliamo prestissimo: vogliamo sfruttare al massimo un’entrata pomeridiana ai parchi Universal di Orlando. Abbiamo, infatti, un’offerta online comprensiva di hotel e biglietto per entrambi i parchi (Universal Studios e Universal Island of Adventure) per quattro giorni, ma nell’economia del viaggio non possiamo permetterceli… quindi pit stop veloce e si macinano chilometri.

Alle due, parcheggiata l’auto nel settore di Spiderman, entriamo in bermuda e t-shirt nell’hollywoodiano parco divertimenti e, fin dai cancelli, ne respiriamo l’energia che cattura adulti e bambini, lasciandoci trasportare in un mondo di fantasia fatto di rides adrenaliniche, shows accattivanti e ambientazioni così ben fatte da sembrare reali.


San Francisco Piers
Sullo sfondo l'adrenalinica "Hulk", la preferita di Tommaso


Adesso i Blus Brothers sono tre
Cominciamo con uno spettacolo 4-D di Shrek per poi tuffarci letteralmente a capofitto dalla Hollywood Orlando Rip Ride Rocket, una delle montagne russe consigliate solo ai non deboli di cuore alti più di 54’’. Ognuno può selezionarsi una soundtrack da ascoltare durante i giri della morte e le cadute in picchiata: io ho scelto “I will survive” per scaramanzia…Tommaso ha ormai superato ampiamente il limite di altezza e mi preparo ad essere più a testa in giù che a testa in su per altri tre giorni!



Hogwart Express
Tutto è fantasia ed immaginazione. Anche spostarsi da un parco all’altro significa intraprendere un viaggio surreale: da un’incredibile ricostruzione della stazione di Kings Cross, passando ovviamente attraverso il muro del binario 9 e ¾, si sale sull’ Hogwart Express, il treno che collega Hogsmeade a Diagon Alley, i due settori dedicati alle opere di J.K.Rowling; in uno scompartimento perfettamente identico all’originale, ci si immedesima con Harry Potter e i suoi amici lasciandosi trasportare dalla fantasia e, arrivati a destinazione, si è pronti a diventare un vero mago: dopo aver scelto la bacchetta (o meglio, dopo aver permesso alla bacchetta di sceglierti nel famoso negozio di Olivander, piccolo ma con migliaia di scatole di bacchette impilate in perfetto ordine fino al soffitto!)
e pronunciando parole magiche che accompagnano gesti precisi, tutti possono fare incantesimi: da una scatola esce una rana gracidante, una fontana inizia a zampillare….
La bacchetta di Ginny sceglie Rebecca

Girovagando tra le stradine fate attenzione al drago che sputa fuoco vero dall’alto della Gringotts Bank e, se siete colti da una fame improvvisa, entrate da Leaky Cauldron e sperimentate alcune delle ricette presenti nei sette libri di Harry Potter, create da un gruppo di ricercatori culinari appositamente per il parco: il famoso “Toad in the hole” e la “Butterbeer” sono nel menù.

Quando ha voglia il drago sputa fuoco

Le ore, o meglio i giorni, passano rapidamente tra le attrazioni dei due parchi, regalandoci emozioni e bellissimi ricordi. Ma è ora di ripartire.
"Aspettatemi!"
Il 26 ci spostiamo sulla costa ovest della Florida, rilassandoci sulla rinomata spiaggia borotalco di Siesta Key a sud di Sarasota. Una spiaggia immensa, di un bianco abbacinante, con le famose cabine color pastello dei life-guards… aggiungeteci 26 gradi e un buon libro da leggere e la giornata si conclude in modo positivo con un bellissimo tramonto!

Siesta Key a Sarasota

27 dicembre: l’Everglades National Park visto dall’acqua. Entriamo dal gate più a ovest e ci regaliamo due escursioni in mare: la prima ci permette di spingerci più al largo tra le 10000 isole di cui è famosa questa parte del parco e avvistare i delfini, con la seconda, su una barca da soli sei passeggeri, penetriamo nell’intricato dedalo creato dalle mangrovie per trovarci faccia a faccia con gli alligatori.
Tra le mangrovie
Due delle 10000 isole
Il re delle Everglades
28 dicembre: escursione a Key West. L’accesso al punto più a sud degli Stati Uniti vale il viaggio. Con a sinistra l’oceano Atlantico e a destra il Golfo del Messico, superiamo la serie di ponti che si snoda per 100 miglia collegando il famoso arco di isole (l’arcipelago ne conta 1700) al continente.

Più vicina a Cuba che a Miami, arriviamo a Key West, l’irriverente paradiso tropicale in cui coesistono storia, cultura, bellezza, clima e diversità culturale. Non ci stupisce che Ernest Hemingway e Tennessee Williams abbiano trovato su quest’isola l’ispirazione. Dopo aver passeggiato tra le strade fiancheggiate da bellissime case in legno con veranda e ornate di palme, ci siamo lasciati sedurre dal fascino cubano assaporando piatti a base di carne e pesce alla griglia accompagnati da “platanos”, “arroz” e “frijoles” (qui la lingua ufficiale è lo spagnolo e ci divertiamo a storpiare questa lingua molto simile alla nostra riproponendoci, io e Rebe, di fare un corso tornate a casa). Sulla via del ritorno, Tommaso e Roberto si godono un bagno al tramonto in quella che è considerata la più bella spiaggia delle Keys nel Bahia Honda State Park.
Cuba Food vs US Food: 1:0

29 dicembre: la giornata è dedicata al parco marino John Pennekamp a Key Largo, dove affittiamo due Kayak doppi per goderci in solitaria la natura. Rebecca e Tommaso decidono di fare coppia (entrambi volevano andare con il padre che dava giustamente più sicurezza) ed imparano in fretta le leggi basilari del pagaiare: a destra per girare a sinistra, a sinistra per girare a destra… io dopo due ore non ho ancora imparato, avvalorando la loro scelta di non scegliermi!



Key Largo: parte facile...
All’interno di un’insenatura, un manate nuota a meno di due metri da noi… tratteniamo il fiato per l’emozione (io e Rebecca anche un po’ per la paura: sono vegetariani, ma anche belli grossi e il fatto di essere su una canoa a filo d’acqua non ci dà molta sicurezza!) e ci godiamo lo spettacolo di questo enorme mammifero che ad intervalli risale in superficie per respirare.

... e speriamo di non incontrare coccodrilli
Restituiti i kayak Rebecca tenta un bagno dalla spiaggetta di sabbia del parco, ma ne esce quasi subito, dopo aver visto una medusa formato gigante. Anche se si era spinta solo a due passi dalla riva, ne sono sollevata… ed a ragione: mentre noi ci stavamo dedicando ad uno sport meno pericoloso (leggere, dormire, prendere il sole… dormire ancora un po’!) esce dall’acqua una coppia di ragazzi terrorizzati per aver avuto un incontro ravvicinato, sul confine della zona balneabile, con un alligatore!


Landscape (Intervallo)
Optiamo per una visione più sicura di questi anfibi e torniamo al parco delle Everglades per una passeggiata al tramonto lungo l’Anhinga Trail (su una passerella di legno rialzata!).
Anhinga Trail

Macchina fotografica pronta per gli ultimi scatti ai famosi “gators”, i protagonisti imbattibili del sud della Florida.
Gators watching

Per cena replichiamo con cucina cubana nel quartiere di Little Havana a Miami e ci immaginiamo una visita durante una delle prossime vacanze. Obama aveva aperto nuove prospettive di incontro tra Cuba e gli Stati Uniti, che l’ascesa di Tramp e la morte di Fidel Castro sembrano minacciare. Cuba rimane infatti al top delle classifiche delle mete da visitare nel 2017, per tentare di assaporarne in tempo l’anima vera prima di una probabile americanizzazione. Non è ancora finito un viaggio che già pensiamo al prossimo!?!

30 dicembre: iniziamo la mattinata con la visita del Wolfsonian museum di Miami, circa 180000 oggetti (noi siamo rappresentati, tra gli altri, dalla famosa sedia zig zag di Cassina e da un impegnativo tavolino da thè stile siciliano) che raccontano la Storia tra il 1850s e il 1950s. Rebecca e Tommaso attraversano le varie sale dubbiosi sulla valenza artistica di molti oggetti e, se non ne escono arricchiti culturalmente, perlomeno ne escono affamati! Una tappa ad una bakery francese, che si rivela poi essere gestita da un’italiana, è d’obbligo: panino di mortadella e si riparte per ammirare gli edifici in Art Decò di uno dei più famosi quartieri di Miami.

Art Decò a Miami
 
Facciamo una breve capatina a Miami Beach giusto per le foto di rito, perché il vento ci impedisce di rilassarci a spiaggia e qui, in fondo, l’attività principale è guardare e farsi guardare, che non fa per noi! Un uomo passa in bicicletta con un lemure sulla spalla, ragazze dai vestiti improponibili procacciano clienti per i locali allineati senza interruzione sulla via principale che fiancheggia South Beach, macchine sportive sono parcheggiate ovunque o sfilano orgogliose a passo d’uomo nel traffico… lasciamo Miami contenti di averci dedicato solo un paio d’ore. Le bellezze della Florida sono sicuramente nei parchi, non nelle città!

Miami Beach

31 dicembre: ci ostiniamo a cercare un po’ di storia a Saint Augustine, il più antico insediamento europeo negli Stati Uniti continentali, visitando il Castillo de San Marcos, una fortezza del 1672 mai espugnata poiché costruita con la “coquina” un materiale formato da sedimenti di conchiglie, che nei secoli si è rivelato perfetto ad assorbire i colpi da armi da fuoco. Un interessante video ci spiega che un altro punto di forza è stato l’addestramento ferreo nel caricare i cannoni: raggiungendo l’automatismo i soldati non sbagliavano durante gli attacchi. Il video è in spagnolo e Tommaso vuole guardarlo due volte: “Alzar la bacheta... preparar el cañon….”. E' talmente entusiasta che si arruola nella milizia spagnola in cambio di una moneta d’oro! Chi lo dice ai nonni adesso?


Ok, l'abbiamo perso!

Il riposo dei guerrieri

Per rimanere in tema visitiamo il museo della pirateria dove tra forzieri e lingotti d’oro ci troviamo faccia a faccia con la Jolly Roger originale. Tommaso fa ancora un po’ di pratica con il cannone interattivo e Roberto ammira la spada usata da Johnny Depp ne “I pirati dei Caraibi”… questa sì che è Storia!!!

1 gennaio: mattinata dedicata al Talbot Island State Park dove, in mancanza di paletta e secchiello, Rebecca e Tommaso si ingegnano e, usando un bastone che, facendo perno, si trasforma in uno spirografo, creano su una spiaggia deserta ed immensa magnifici disegni geometrici.


Beach Art

Pranzo mediterraneo (purtroppo la cucina americana non ha nulla da offrire) in centro ad Amelia Island e arriviamo quando ormai è buio a Beaufort, in South Carolina. Cittadina carina e rivale di Saint Augustine nel dichiararsi la più antica… le dedichiamo solo un rapido passaggio in macchina prima di crollare dalla stanchezza. Prevediamo infatti una levataccia per affrontare senza traffico le ultime miglia.

2 gennaio: nessuna tappa fino a casa, ovvero Chapel Hill, perché casa-casa è Saluzzo! E’ una strana sensazione tornare, ma non tornare sul serio…

Prima di riprendere la routine tiriamo le somme del viaggio: 2542 miglia! Gli Stati Uniti sono davvero enormi!

Intervallo
Crisi di mezza età


2 commenti:

Laura Picca ha detto...

Bello! Davvero tempo ben speso! Confesso che ho dovuto cercare cosa fosse un manate... ed effettivamente...

lorenza marengo ha detto...

Ciao! Ti ho scoperta oggi! Che bello leggere le vostre avventure!!! Domani Anche mio figlio Lorenzo se ne tornerà a Dallas per continuare gli studi all 'università!!! E poi lo scorso anno anche io dono andata a Disney world Ad Orlando con lui!! Da oggi ti seguirò!!! Buon gennaio!! ❤