Il mattino decido per "assaggi di risotto" e, dopo aver imbustato ingredienti ed attrezzi vari, mi dirigo verso la Blacknall Presbiterian Church di Durham, che mette a disposizione gratuitamente i locali una volta alla settimana. Le partecipanti sono invitate a dare una mano nella preparazione dei piatti, nell'apparecchiare e sparecchiare la tavola, e a condurre il gruppo almeno una volta, che comporta anche procurare gli ingredienti necessari per la ricetta scelta.
Imbocco ormai automaticamente la 501 e, seguendo comunque per scrupolo le indicazioni del mio inseparabile navigatore, giungo a destinazione con largo anticipo. Due chiacchiere con l'instancabile responsabile e, piano piano iniziano ad arrivare le aiutanti chef... si comincia!
Rebecca, che non voleva perdersi l'evento, ha deciso che sarebbe venuta per seguire la preparazione del dessert, di cui scrupolosamente aveva tradotto e ricopiato una ricetta in modo da facilitarne l'esecuzione...lasciandomi alla postazione risotto, del quale non solo non avevo una ricetta scritta, ma non avevo nemmeno ancora deciso come realizzare. Dell'arte dell'improvvisazione lei, giustamente, non ne voleva sapere!
Tiramisù:
Punto primo fare il caffè. In realtà lo avevamo già preparato la sera prima con una serie di "macchinette" a raffica utilizzando una piccola moca da tre che ci siamo portati dall'Italia, ma volevamo mostrare il processo che fa fuoriuscire quella bevanda che a ragione si chiama caffè! Nessuna ne aveva mai vista una: prima dissertazione su cosa significa un espresso! Non voglio sminuire il caffè americano, ma un buon caffè italiano è ancora un'altra cosa! Primo intoppo: il gas è di proporzioni troppo grandi per la moca e non esiste un riduttore: fortuna che avevamo già il caffè pronto!
Il tempo stringe e Rebecca inizia subito a spiegare a due ragazze giapponesi come separare i tuorli dagli albumi, montare a neve quest'ultimi e sbattere i tuorli a mano (avevamo solo il nostro mini sbattitore elettrico). La ragazza che si occupa degli albumi sembra avere una visione quando la nuvola bianca quasi trabocca dalla ciotola, mentre la ragazza che a fatica aveva ottenuto una crema giallo pallido vuole provare per alcuni istanti il potere della tecnologia ed incorpora il mascarpone con lo sbattitore elettrico!
Vogliono sapere dove possono reperire gli ingredienti: su tutti c'è scritto "product of Italy" e ne sono affascinate!
E' ora di inzuppare i savoiardi e disporli a strati con la crema. In pochissimo tempo le sous chefs diventano così efficienti che Rebecca si incanta a guardare la macchina a ciclo continuo che si è creata e che "sforna" quattro teglie di quello che è definito da tutte il dolce per eccellenza. Lo conoscono e lo hanno già assaggiato al ristorante, ma nessuna lo ha mai mangiato fatto in casa. Fanno la foto della ricetta: chissà se qualcuna di loro lo preparerà di nuovo per qualche occasione speciale!
Una signora vuole fare le cose per bene e tenta di trovare un setaccio per il cacao. La barriera delle lingue si abbatte a gesti: Rebecca traduce dal portoghese all'inglese per le giapponesi! Fantastico! (La signora portoghese è infatti venuta al Cooking Club perchè in visita alla figlia che abita in North Carolina da dieci anni ma, mi spiega in perfetto francese imparato al liceo, l'inglese proprio non le va giù!)
Risotto:
C'è chi affetta cipolle, chi taglia a rondelle le zucchine, chi sbollenta gli asparagi, chi prepara il brodo con i dadi "magici" (usati pochissimo qui perchè preferiscono comprare il brodo già fatto e confezionato in tetrapack).
Tre pentole per tre risotti: uno rosso al pomodoro, uno bianco al parmigiano in onore del Piemonte, e uno verde zucchini e asparagi. The Italian flag sarà il risultato: un pò di sano patriottismo non guasta!
Tre mescolano e un jolly aggiunge mestoli di brodo all'occorrenza... io rispondo a domande tipo quale riso usare e come eventualmente sfumare con il vino (per regolamento non ho potuto usarlo per ristrettezze religiose).
Tra una chiacchiera e l'altra i chicchi sono pronti! Tutti a tavola.
C'è chi ha già predisposto piatti, bicchieri, posate e caraffe d'acqua. Non ci rimane che augurarci buon appetito, che qui si dice "Enjoy!".
Anche i bambini sembrano soddisfatti e con la pancia piena e complice forse il caffè a cui non sono abituati, iniziano a rincorrersi per il salone...i più piccoli si addormentano... è ora di sparecchiare e di darci appuntamento alla prossima settimana.
Raccogliamo le nostre cose e tra gli ultimi saluti c'è chi ci abbraccia per ringraziarci.
Il ringraziamento va a tutte le persone che credono in questa bellissima iniziativa, che dedicano il loro tempo e le loro energie affinchè donne di tutto il mondo riscoprano con i profumi e i gusti delle altre culture, ma soprattutto con il calore umano, che ha un linguaggio comprensibile a tutti, una casa lontano da casa!
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