Durante una cena con amici americani ho sostenuto che ci sono parecchi cibi che ho apprezzato in questi mesi e che mi mancheranno quando tornerò in Italia. "Really?", mi ha risposto una carissima amica. Ecco da dove è nata l'idea di questo post.
Ho letto da qualche parte che la cucina americana in realtà non esiste, ma è un misto rivisitato di tutte le culture (compresa quella italiana) che hanno contribuito e contribuiscono a plasmare questo paese. Fare paragoni è un'inutile perdita di tempo ed è sempre meglio esaltare le differenze piuttosto che combatterle: come tutte le cucine che ho provato in giro per il mondo, anche quella americana mi ha riservato diverse gradevoli sorprese.
Ho deciso allora per un elenco di cibi e piatti che sono stati per me una piacevole scoperta in questi mesi. Sono in ordine alfabetico, in modo da lasciare da parte i pruriti degli amanti delle classifiche a tutti i costi:
- Avocado: sarà la vicinanza con il Messico da dove arrivano, ma gli avocado sono veramente fantastici. Sempre maturi, morbidi e gustosi, consentono di preparare un guacamole spettacolare. O anche solo in insalata con olio e sale. O semplicemente pelati e tagliati a spicchi. Assaggiandoli qui ho capito che non avevo mai mangiato un vero avocado: ne approfitterò finchè posso.
![]() |
Guacamole in stile Halloween |
- Key Lime Pie: chi è fan di Clint Eastwood e del film "Million Dollar Baby" non può non apprezzare il riferimento a questo monumento della cucina statunitense. Fatta con succo di lime, tuorli d'uovo, meringa o panna, burro, zucchero e latte condensato, è, dal 2006, il dolce ufficiale dello stato della Florida!
- Hamburgers: con i buns (panini rotondi) e i patties (la pressata di carne di bovino o di bisonte) giusti, non hanno nulla a che spartire con gli hamburger dei fast food che riempiono la nostra fantasia. Aggiungete una fetta di pomodoro, insalata, cipolle caramellate e mostarda e (se proprio volete esagerare) una sbriciolata di blue cheese (una specie di gorgonzola duro). Li preferisco, ovviamente, "rare" (al sangue); leggete "Il club degli angeli" di Luis F. Verissimo, se avete dubbi in proposito. Perfetti se accompagnati da una birra, rigorosamente IPA. I migliori? Five Guys se volete lo stile fast food, Geer Street Garden per chi ha maggiori pretese e vuole concludere con una fetta di Key Lime Pie.
- Noci della California: vendute in pacchetti già sgusciate, sono un disastro per chi è dipendente dallo spiluzzico fuori pasto: troppo comodo infilare la mano nella busta e prenderne una manciata. Deliziose con yoghurt greco e sciroppo d'acero (vedi sotto).
- IPA: durante un viaggio in Irlanda avevo giurato che avrei bevuto solo più Guinness. Fortunatamente quasi tutti i miei giuramenti hanno avuto vita brevissima (tipo i buoni propositi del primo dell'anno, tanto per capirci) e dopo la birra trappista (giuramento come sopra) ho avuto un'illuminazione con le Indian Pale Hale, possibilmente nella versione American, con "tenore alcolico più alto e una luppolatura più pronunciata, evidente sia in fatto di amertume (francese, significa Amarezza) che di aroma, grazie all'impiego di nuove varietà di luppoli coltivate in America" (Wikipedia!). Più amare sono, meglio è!
![]() |
28 febbraio 2017: pronto per il Super Bowl |
- Pancakes: la colazione perfetta per la domenica mattina non può non contemplare una mezza dozzina di pancakes. Da Gughlupf, Mad Hatter o cucinati in casa (la ricetta di Giallo Zafferano è quella che preferisco) impilati su un piatto e generosamente innaffiati di sciroppo d'acero, sono una bomba in tutti i sensi. Si vive una volta sola e tanto vale approfittarne.
![]() |
Da non credersi, ma questi pancakes li ho cucinati io! |
- Sumo Oranges: un giorno da Whole Food abbiamo visto un ragazzo avventarsi su un banco di frutta che da lontano assomigliava terribilmente ad un mucchio di... arance. Incuriositi ci siamo avvicinati e ci ha spiegato che erano una varietà Californiana disponibile solo per pochissimo tempo. "Le aspetto tutto l'anno e anche se sono care non riesco a resistere". Che dire? Ovviamente abbiamo provato e il risultato è stato semplicemente divino. Buone perchè rare? Buone perchè care? Buone e basta? Si sbucciano facilmente come dei mandarini e sono dolcissime...
- Tortillas: nulla a che vedere con quelle "industriali" che si trovano nei supermercati italiani: generalmente più piccole, sottili e morbide, sono una delizia arrotolate con carne di pollo, peperoni, cipolle, fagioli, riso e guacamole. Una tortillas perfetta.
- Bagel: introdotti negli USA dagli immigrati polacchi, sono ciambelle toroidali e possono essere "plain" o ricoperte da semi di sesamo o altre decorazioni. Esiste un apposito attrezzo per tagliarle a metà in modo da spalmarci una crema di formaggio morbida, dopo averli riscaldati in un tostapane. Un must da Starbucks o nelle colazioni nei motel lungo le interminabili Interstates.
- Banana Bonanza Bread: la mia colazione preferita a casa. Il banana bread è presente da oltre un secolo nella cucina americana: è una specie di plumcake morbido e dal gusto inconfondibile di banana. Il Bonanza è la molla che ha fatto scattare la prima curiosità da Trader's Joe ed è stato amore a prima vista. A parte il sottoscritto, il Banana Bread è è molto apprezzata dai vegani ma "well, nobody's perfect".
- Maple Syrup: sui pancakes lo sciroppo d'acero è qualcosa di semplicemente divino. Prendete una pila di questa specie di frittelle, dalla consistenza spugnosa, mettete una punta di burro tra una e l'altra e cospargete il tutto di sciroppo d'acero. Appiccicarsi le dita e d'obbligo ma la soddisfazione è al massimo. Se proprio si vuole esagerare: panna e fragole o frutti di bosco in cima al mucchio.
- Drip coffee: sì, proprio lui: quello dei bicchieroni da passeggio, onnipresente nei telefilm polizieschi. Il mio preferito e quello della Perkins Library (Duke University), con una spruzzata di latte, un pizzico di cannella e noce moscata. Dà soddisfazione girare per il campus con questo bicchiere tra le mani o semplicemente lasciarlo sulla scrivania e prenderne un sorso ogni tanto. Mi hanno detto che gli americani apprezzano gli italiani che bevono questo caffè perchè lo vedono come un segno di rispetto nei confronti della loro cultura. Non so se sia vero; a me piace e continuo a berlo proprio perchè non è un caffè espresso. Insieme all'hamburger è forse la cosa che mi mancherà di più.
- Cheese Danish: dopo aver fatto il giro del mondo, atterra regolarmente nel mio piatto: una tortina stile viennoise a strati, rotonda con una crema dolce al formaggio come ripieno. E' sempre un dramma da Gughlupf: cheese Danish o pancakes?
to be continued? Sicuramente sì! Questo è l'unico post che non intendo finire con un punto...
![]() |
Just in case: la nostra dispensa. |
Nessun commento:
Posta un commento