Al Book Club che Daniela frequenta il venerdì, molte signore americane sostengono di essere preoccupate perchè i giovani, compresi i loro figli, non vogliono andare a votare, non essendo soddisfatti di alcun candidato...
Rebecca, nell'ora di storia, sta affrontando, ormai da alcune settimane, il tema delle elezioni con un gioco di ruolo: hanno formato dei partiti, scritto 20 propositi da attuare in caso di vittoria, unito in un secondo momento i partiti formandone due maggiori e lasciando i minori ad appoggiare l'uno o l'altro, girato video di propaganda politica... avranno le votazioni il 17 novembre!
Da quando siamo arrivati ad agosto, molte persone ci hanno detto che avevamo scelto un momento particolare e "crazy" per vivere negli States ed aggiungevano che si vergognavano di accoglierci in questa situazione... l'orgoglio americano era stato messo a tacere. Senza vantarci li abbiamo sempre rassicurati dicendo "Non vergognatevi, anche noi abbiamo dato!".
La peggiore dedolezza degli americani sta, a nostro parere, nel non considerare altra alternativa al loro stile di vita e di pensiero. L'altro non esiste, semplicemente. E' commovente, a volte, l'ingenuità che trapela dai loro discorsi. Trovarsi al livello di tanti altri, compresa l'Italia in un suo più o meno recente passato, li meraviglia, stupisce e, nella parte più illuminata, preoccupa.
La sensazione è comunque di disorientamento e tocchiamo con mano come i gruppi etnici, in particolare afro-americani e latino-ispanici esprimano paura per una possibile vittoria del candidato repubblicano. Hilary Clinton non piace, ma si moltiplicano gli inviti alla responsabilità: "To my beloved students:... elections are not the moment to express anger and to protest, and politics is not about getting what you need. Politics is about getting the best deal you can. Elections are the moment when you take responsibility, not for yourself and your (legitimate) frustrations, but for a society at large." (cit.)
Da mesi ormai ci chiedono davanti a negozi, scuole, chiese ed università se ci siamo iscritti per le votazioni. Non siamo americani, rispondiamo, "We are aliens, sorry". Ci piacerebbe aiutarvi votando ma non possiamo.
Anche Halloween è stato molto politicizzato, con tanti Trump che si facevano intervistare e fotografare.
Per le strade si trovano cartelli che invitano a votare l'uno o l'altro candidato, così come cartelli che invitano a votare "contro" un candidato. Negli States la pubblicità "contro" è legale. E' molto buffo un cartoons contro i Clinton che ossessivamente gira sulla tv via cavo. Qualche giorno fa nella posta abbiamo ricevuto un volantino "contro" Deborah Ross (candidata al Senato in questa zona) con frasi veramente poco lusinghiere. La pubblicità contro mette comuque tristezza.
Ci sono persone che con un semplice cartello in mano si mettono lungo la strada, agitandolo in direzione dei veicoli.
E' un momento difficile, la generale debolezza che ad esempio sta dimostrando l'Unione Europea meriterebbe un aiuto più forte da parte del paese più potente del mondo. Percepiamo che oggi come non mai il mondo si trovi davanti ad un bivio e queste "crazy" elezioni americane sono forse la punta più evidente dell'iceberg.
Uno dei tanti Trump fotografato da Daniela alla "Parade" di Chapel Hill del 31 ottobre |
1 commento:
Alla luce dell'esito delle elezioni la cosa che preoccupa, anche per l'Europa, è quello che diceva ieri sarà Cacciari in una sua analisi e cioè che quando i partiti moderati o di sinistra non sono più in grado di elaborare risposte politiche credibili e capaci di intercettare il consenso popolare prevalgono i populismi e a questi fa seguito l'affermarsi delle destre... e il 900 a questo proposito qualcosa avrebbe dovuto insegnare.
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