mercoledì 21 dicembre 2016

Speciale Christmas

Come ci siamo attrezzati per questo Natale?



Come molte delle cose che stiamo sperimentando in questi mesi, anche il Natale è un modo per capire un po' meglio la cultura del paese che ci sta ospitando. Sono mesi che decorazioni, alberi, ghirlande e luci, cappelli da Babbo Natale e corna di Rudolf per le auto invadono i negozi.

Un primo problema da affrontare è capire se la persona che si ha davanti festeggi o meno il Natale e in quale forma. In un paese dove si mischiano decine di culture anche una festa come il Natale assume mille sfaccettature. Nella biblioteca dove Daniela fa la volontaria sono state allestiti tre spazi: uno per il nostro Natale, uno per il Kwanzaa e l'altro per l'Hannukah.

Kwanzaa, che richiama l'antica festa Swahili del raccolto, fu creata nel 1966 durante le lotte per i Diritti Civili, con lo scopo di riunire la comunità afro-americana attorno alle loro radici e tradizioni. Ha un significato profondo di unità e comunità e per molti i suoi precetti si sono mischiati con i valori della tradizione cristiana. Si festeggia dal 26 dicembre al primo gennaio accendendo alternativamente candele rosse e verdi durante momenti di discussione, condivisione, musica, danza... (https://en.wikipedia.org/wiki/Kwanzaa)

Hannukkah è la festa ebraica che ricorda la consacrazione dell'altare nel Tempio di Gerusalemme dopo il ritorno dalla schiavitù. Coincide temporalmente con il Natale ed è caratterizzata da feste, luci, regali tant'è che molti pensano sia la versione ebraica del Natale: in realtà le origini e il significato sono molto diversi anche se è bello pensare che ci siano comunque molti segni che appartengono ad entrambe le ricorrenze (https://it.wikipedia.org/wiki/Chanukkah)

Natale, Hannukkah e Kwanza nella biblioteca

Noi abbiamo deciso per un fai-da-te minimalista in modo da non avere troppi rimpianti quando dovremo rivendere le cose che abbiamo acquistato in questi mesi.
Per la prima volta abbiamo un camino da decorare (Rebecca e Tommaso stanno già tentando di convincerci a comprarne uno anche a Saluzzo!) e ne abbiamo approfittato: un ramo di pino, una fila di luci, le calze con le nostre iniziali, 4 palline e 4 statuette che raffigurano dei super-eroi. Non stiamo facendo nulla di speciale, ma un pochino super-eroi ci sentiamo!
Rebecca voleva sapere quale fosse la sua calza e quale la mia e così abbiamo stabilito di aspettare e vederne il contenuto prima di decidere.  E' il nostro albero di Natale e, per quest'anno, va bene così.

In autunno abbiamo visto nel nord del paese una valle di alberi di Natale: miglia e miglia di pendii ricoperti di abeti e pini, disposti in file ordinate e pronti per essere tagliati e venduti in tutto il paese. Ci sono Tree Store lungo le strade principali (quelli che fino a poco tempo fa vendevano le zucche per Halloween sono stati velocemente convertiti e ridipinti da arancione a rosso) dove acquistarli; ci sono anche fattorie che permettono di sceglierti e tagliarti personalmente l'albero di Natale! Ci sarebbe piaciuto... per settimane abbiamo visto le auto sfrecciarci accanto con alberi legati sul tetto. Ci hanno anche detto che nei primi giorni di gennaio tutti questi alberi verranno messi lungo le strade in attesa di essere smaltiti. Non pensiamoci ancora!






Per partecipare alla tradizione del paese che ci ospita, abbiamo comprato il kit per costruire e decorare una casetta di marzapane. Rebecca ha seguito scrupolosamente le istruzioni ed alla fine forse è il simbolo che meglio rappresenta questo paese: esagerato e ridondante all'esterno, ma pieno di spazio all'interno.













Assomiglia alle case che vediamo lungo le strade: decorate di luci, a volte splendide, a volte terribilmente pacchiane. Quest'anno sembra che vadano di moda i pupazzi gonfiabili e, vi assicuriamo, non c'è soggetto che possiate immaginare che non ondeggi su un prato davanti ad una casa. Pare preferiscano decorare l'esterno delle case rispetto all'interno e non facciamo fatica a crederlo.



Decorations fa però rima con donations; ogni supermercato, scuola, associazione, chiesa organizza una raccolta fondi, o meglio, una raccolta di generi alimentari o buoni spesa o giochi e vestiti. Al supermercato si trovano pacchi alimentari già pronti alla cassa da pagare insieme alla spesa, nei centri commerciali scatoloni in cui depositare coperte e lenzuola per i senzatetto o giochi e vestiti per i bambini. Tutto rigorosamente nuovo! Non è un dare quello che non serve più, ma acquistare qualcosa per gli altri! Il vero spirito natalizio si fa strada tra la superficialità...





Il vero simbolo del Natale per noi è il presepe, mentre qui sembra essere praticamente assente; ogni anno Rebecca e Tommaso acquistano una nuova statuina e l'8 dicembre si mettono al lavoro... Quest'anno abbiamo interrotto la tradizione (doppia statuina l'anno prossimo!) e con il fil di ferro avanzato dal Galileo, un progetto di scienze, Tommaso ha costruito questo capolavoro. Penso sia splendido nella sua essenzialità.



Per mitigare la nostalgia trascorreremo il Natale in Florida, dai parchi di Orlando alle Keys passando per i coccodrilli delle Everglades (ognuno si arrangia come può! 😎 ). Torneremo il 2 gennaio perchè il calendario scolastico di Rebecca e Tommaso non prevede alcuna festività per l'Epifania.

Auguriamo a tutti un sereno Natale e un buon inizio 2017: la lontananza non distrugge i legami ma, per quanto incredibile possa sembrare, li rafforza e li trasforma.

See you, guys!

Merry Christmas
Roberto, Daniela, Rebecca e Tommaso



venerdì 16 dicembre 2016

Da "Prof" a "Coach"

Come trascorro le giornate?
Pranzo per Roberto, Rebecca e Tommaso...

A parte fare la spesa, che è già di per sè impegnativa, cucinare (inizio a spadellare alle 6.45 per preparare i "baraquin" che Rebecca e Tommaso portano a scuola per il pranzo) e fare lo chaffeur per Roberto (il mattino prende il bus per recarsi alla Duke, mentre la sera solitamente vado a prenderlo per risparmiargli due coincidenze e un'ora di mezzi pubblici per poco più di sei miglia), mi sono cercata attività alternative che mi tenessero occupata...anche al tempo libero occorre abituarsi poco per volta!

La stessa organizzazione universitaria della Duke fornisce a "spouses and partners" tutta una serie di club, iniziative e conferenze per favorire un inserimento positivo da parte di chi ha seguito il compagno o la compagna in questa avventura.

"We hope to create an environment where you and your partner/spouse can connect, learn and grow". (Duke International House)

Dopo un incontro di orientamento, in cui vengono presentate risorse e iniziative e fornito aiuto burocratico per tutti quei documenti che spaventerebbero chiunque (da come ottenere il numero di previdenza sociale al permesso per poter lavorare, dai vari contratti di luce-gas-telefono agli abbonamenti per i mezzi pubblici), ci si può iscrivere alla mailing list interna per ricevere o scrivere annunci vari (soprattutto vendita di mobili e offerte/richieste di affitto) e partecipare gratuitamente a tutte le varie iniziative.

Io partecipo al Cooking Club il lunedì, al Book Club e all' English Hour il venerdì. Sempre tramite il sito informativo della Duke mi sono iscritta ad una specie di associazione dei volontari e, dopo aver compilato alcuni moduli e partecipato ad un colloquio con la responsabile, vagliate le possibilità ancora disponibili (il volontariato qui sembra un'istituzione!), sono stata "assunta" come aiuto-bibliotecaria presso la Seawell Elementary School di Chapel Hill.

Ma andiamo con ordine.
 
    
From Japan...


...to Indonesia.











Lunedì: Cooking Club presso la Blacknail Presbyterian Church a Durham. I partecipanti insegnano a turno una o più ricette del proprio paese di origine: tutti collaborano alla realizzazione dei piatti e poi si banchetta assaporando ogni settimana un pasto "from around the world". Abbiamo già sperimentato ricette tedesche, giapponesi, finlandesi, statunitensi, brasiliane, israeliane, indonesiane... La convivialità dell'evento favorisce la conversazione e l'intrecciarsi di relazioni ed amicizie.
E' un ottimo modo per cominciare la settimana! Yummi, yummi, come dicono gli americani. A fine gennaio sarà il mio turno...devo ancora scegliere le ricette giuste per rappresentare la cucina migliore del mondo! Che responsabilità! 

Martedì: aiuto-bibliotecaria presso la Seawell Elementary School. Mi presento in segreteria alle 10 e mi registro. Il computer mi stampa un adesivo di riconoscimento e si comincia. Alle 10.15, facendo finta di sistemare i libri negli scaffali, ascolto la storia che la bibliotecaria legge ad una classe di Kindergarten: bambini di circa cinque anni che intervengono, si stupiscono, scoppiano a ridere ed improvvisamente si intristiscono a seconda del corso delle vicende.

 


La scorsa settimana abbiamo imparato che i draghi amano molto i tacos (il Messico non è lontano geograficamente e ancora meno culturalmente!). Come in molti libri per bambini, il leitmotiv è ripetuto diverse volte prima di raggiungere il climax: ai draghi piacciono i tacos di pollo, i draghi adorano i tacos al manzo, i draghi impazziscono per i tacos grandi, i draghi non possono fare a meno dei tacos piccoli...se vuoi che un mucchio di draghi venga alla tua festa devi assolutamente servire i tacos...ma purtroppo dove ci sono i tacos, c'è la salsa. E se un drago per caso mangia della salsa piccante...allora ti trovi in un "red-hot trouble"! Nel frontespizio vengono assicurate risate talmente esilaranti da far uscire la salsa dal naso ("it will make you laugh until spicy salsa comes out of your nose")...fortunatamente i ragazzini non avevano mangiato tacos a colazione! Però si sono divertiti moltissimo. Ed io con loro.


By Adam Ruby

Poi scelgono il libro da portarsi a casa e, aggirandosi tra gli scaffali, mi chiedono consigli o mi mostrano orgogliosi il loro tesoro, aspettando il turno per la registrazione. 

Per i ragazzini più grandi inizierà a gennaio "the Battle of the Books", una battaglia a suon di pagine che consisterà nel ritrovarsi, a squadre, in biblioteca, una volta alla settimana per leggere e prepararsi alla grande sfida: ciascuno dei partecipanti dovrà impegnarsi a leggere il numero più alto possibile di libri presenti in una lista creata di anno in anno, per poter poi rispondere correttamente alle domande preparate dagli insegnanti. La squadra vincitrice della scuola affronterà in un round finale le finaliste delle altre scuole, sognando di portare a casa il trofeo...

Non so bene cosa dovrò fare, oltre a tenere in ordine una specie di registro su cui annotare chi ha letto cosa e a suggerire metodi di archiviazione dati su personaggi, eventi principali e ambientazione dei libri in questione. Quello che mi preoccupa è quello che NON posso fare. La bibliotecaria è stata chiara al proposito: "Scopo del coach è motivare i ragazzi alla lettura, ma NON può portare dolci o bibite gassate come premio, NON può far fare una maglietta personalizzata con il nome della squadra per non discriminare nessuno, NON può ordinare cibo ai vari Fast Food della zona e farlo consegnare in biblioteca... il sistema sanitario, in collaborazione con il distretto cercano di insegnare ai ragazzi abitudini alimentari più sane... ". Più parlava, più ero confusa. Motivarli per me era il corrispettivo di qualche frase del tipo: " Bravo/a, hai già letto quattro libri, quale ti è piaciuto di più?" oppure: "Hai annotato la descrizione dei personaggi magnificamente, sarà utile per un ripasso finale!" Non mi era nemmeno sfiorata l'idea di coca cola e pop-corn... Dovrò inventarmi qualcosa? La competitività degli altri genitori americani mi spaventa. Pensavo di intrufolarmi in biblioteca durante il meeting di un'altra squadra e imparare il mestiere di "coach" ...fare il "prof" forse era più facile!



Mercoledì...(to be continued)




 



sabato 10 dicembre 2016

Dai voti italiani agli American grades

Dando un passaggio a casa ad un'amica di nazionalità cinese che frequenta con me il "Cooking Club" , mi sono ritrovata a parlare di curricolo, valutazioni, programmi e metodologie educative. Alla domanda:"I tuoi figli trovano che la scuola qui sia più facile?", ho risposto di sì senza pensarci due volte... "Anche mia figlia, soprattutto per quanto riguarda la matematica..." ha continuato Yen. "Sono severi gli insegnanti in Italia?", voleva inoltre sapere. Per non sbilanciarmi ho rilanciato:" ...sicuramente meno di quanto dicano siano severi in Cina! Lo confermi?". Yen annuisce immediatamente come solo gli asiatici sanno fare e, con molta umiltà, ammette che i metodi duri della Cina non portano a migliori risultati: "Qui gli insegnanti sono tutti molto gentili e pazienti, non perdono la testa quando gli alunni sbagliano ed ottengono ottimi risultati...sono preoccupata per il rientro di mia figlia nella scuola cinese". Torneranno a casa tra un paio di mesi, dopo un anno di esperienza negli Stati Uniti, con un bilancio positivo per l'esperienza scolastica...

"Accept nothing less than your absolute best"

Prima di partire dall'Italia tutti mi rassicuravano: "Sarà una bellissima occasione per i tuoi figli e non avranno problemi, la scuola negli States è più facile". Non ho ancora un quadro completo della situazione: per ora possiamo solo dire che la scuola è diversa, non migliore, ma nemmeno peggiore, con pregi e difetti, lati positivi e negativi. Che sia più facile ottenere voti alti è invece sicuramente vero. Perchè?
 
1. Le prove sono tutte o pratiche o scritte
2. I compiti a casa ricevono un voto che fa media con i test svolti a scuola
3. Fa media il riportare firmato un modulo
4. Viene applicata la filosofia che una seconda chance (a volte anche una terza) è un diritto.
 


Durante la riunione ad inizio anno, il professore di matematica di Tommaso ha spiegato ai genitori che avrebbe dato la possibilità agli alunni di ripetere qualunque test qualora non fossero stati soddisfatti del voto; unica clausola dimostrare di voler migliorare, ad esempio chiedendo una spiegazione extra durante la pausa pranzo. I professori sono infatti disponibili nelle loro aule e, chi lo desidera, dopo aver richiesto un pass per potersi spostare nei corridoi, può trascorrere il tempo dedicato al pranzo nelle singole aule per confrontarsi con i professori su argomenti non chiari o per far loro delle domande. “Anche un alunno che ha preso 99 ha diritto a rifare il test: se pur in minima parte, c’è sempre un margine di miglioramento”, aveva ribadito il professore. La parte interessante è però che non occorre essere temerari per rifare il test: il voto assegnato sarà infatti quello della performance migliore! “Troppo comodo”, ho pensato subito, ma in fondo premia la voglia di migliorare e di imparare… ottimo stratagemma!
Abbiamo inoltre scoperto che se il voto del test di matematica risulta essere un 100, l’alunno riceve un pass per non fare un compito! Ovviamente ho impedito a Tommaso di usarlo... il retaggio da mamma severa non mi ha ancora abbandonato!




Altri foglietti verde acido girano per la Middle School: vengono dati agli alunni meritevoli per comportamento corretto; Tommaso non ha ancora capito a cosa servano, ma si vocifera che dalla settimana prossima ci sarà un banchetto durante la pausa pranzo dove potranno utilizzare i buoni. “Se si può comprare del cibo, fatica sprecata”, mi ha detto. Fortunatamente pare serviranno per l'acquisto di bandierine, palline, matite... ovviamente con il logo della scuola!




Ad inizio anno ci siamo anche stupiti del fatto che il riportare un modulo compilato fosse oggetto di valutazione. Tanti 100 facili che facevano media…una pacchia! Attenti però a non dimenticarne nessuno… Rebecca si era trovata uno zero in tutte le materie perché non aveva riconsegnato una specie di patto formativo, che era stato distribuito il primo giorno di scuola, quando lei era assente. E’ compito dello studente monitorare la situazione e porvi rimedio o ricordare al professore di inserire eventualmente una valutazione dimenticata. Fortunatamente tutto è sul Power School, un programma che collega scuola, professori, genitori ed alunni con il quale non solo monitorare in tempo reale voti, argomenti delle lezioni, materiale extra, compiti assegnati, ma permette scambio di mail ed archiviazione personale dei vari lavori. Chiarito l’equivoco, la media dei voti è rapidamente risalita…


Curiosa (e spesso frustrante per Rebecca) è la valutazione dei lavori di gruppo o delle performance musicali dell'orchestra per sezioni. Fortunatamente anche in questo caso è possibile rimediare (non viene fatta la media tra i due voti, ma considerata l'interpretazione migliore) chiedendo di eseguire il pezzo studiato nella pausa pranzo. “Perché non posso mangiare e riposarmi in pace, se poteva valutarci singolarmente fin da subito?”, si chiede Rebecca. Non avrà risposte, credo, e continuerà a trangugiare un panino (ma con il prosciutto San Daniele!) per sopperire alle note stonate di qualche violoncellista sfaticato!



Così come viene data una seconda chance per ottenere voti migliori, si richiede serietà e correttezza durante le prove. Copiare non è previsto. A parte compilare e firmare un apposito modulo nel quale si dichiara di non aver copiato durante il test, ciò che scoraggia bigliettini o passaparola è il fatto che è risaputo da tutti i ragazzi che al primo passo falso la "fedina penale scolastica" verrà compromessa e, per i casi più gravi, l'alunno si porterà la macchia nel curricolo fino al college. "Non vale la pena rischiare di non essere ammessi alla sognata università, pertanto il professore potrebbe addirittura uscire dall'aula e nessuno si sognerebbe comunque di copiare", ci racconta Rebecca.

La valutazione è inoltre considerata privata: i compiti vengono consegnati capovolti sul banco o, se si tratta di un progetto o una ricerca scopriamo il voto direttamente sul sito di Power School. La classica scena, che si ripete da secoli nelle scuole italiane, con l'insegnante che distribuisce insufficienze ai malcapitati di turno ed eccellenze invidiate da chi rimane nella mediocrità, non è considerata "politically correct". La competizione esiste, ma a livello personale...

Oltre alla riservatezza potremmo imparare anche un po' di auto-ironia...
Ecco l'ultima domanda di un test sulle probabilità di Tommaso.




Mr. Scheib è ovviamente il suo professore!

Se sei arrivato a leggere fino a questo punto metti un "mi piace" a questo post e otterrai un giro sulla "convertible" quando verrai a trovarci a Chapel Hill. Rebecca in ogni compito trova frasi simili:"Disegna una faccina vicino alla domanda e riceverai un punto extra". E' uno stratagemma dei professori per capire chi legge attentamente la consegna dell'esercizio. Rebecca ci assicura che non sono molti quelli che prendono questo punteggio aggiuntivo. Mah!



venerdì 2 dicembre 2016

Dal negozietto sotto casa al mall

Che tipo di negozi ci sono? Dove comprate il cibo? Esistono i prodotti italiani? C'è la pasta Barilla? Queste le domande più frequenti...
La carne si compra dal macellaio, il pane dal panettiere, i fiori dal fiorista, i quaderni dal cartolaio...scordatevelo! Qui trovate solo enormi "mall": immaginate un grande parcheggio (nel quale immancabilmente io dimentico dove ho parcheggiato e vago alla ricerca della famosa "convertible" bianca che, essendo bassa, sparisce fra i Suv...) attorno al quale si trovano le catene dei grandi supermercati, alcuni locali in cui mangiare qualcosa di veloce o lo Starbucks, negozi di vestiti o articoli per bambini e l'immancabile Mattress Firm (comprare il pane sembra più complicato che comprare un materasso!).
Ovviamente abbiamo imparato a districarci tra le varie catene e, dopo un paio di mesi, ormai sappiamo dove andare a fare la spesa a seconda del prodotto che ci serve... che qui può significare cambiare "mall" (anche a 15 minuti di auto tra uno e l'altro) per comprare la Nutella e le fette biscottate.


Dalla pasta e passata di pomodoro Italian style ai succhi dai colori improbabili American style.



All'inizio impiegavo ore, se non giornate intere perché, abituata alla dimensione da piccolo paese in cui se dimentichi qualcosa e non osi chiederlo alla vicina, puoi sempre uscire in ciabatte e raggiungere il negozietto sotto casa, compravo ciò che pensavo mi servisse per cucinare un paio di pasti. Adesso quando sono da Walmart, per esempio, so che devo fare scorta di Nutella, piselli in scatola, farina, riso... da Food Lion riempio il carrello di pasta Barilla, pelati e pesche sciroppate... poi ogni due o tre giorni integro con l'acquisto di frutta, verdura e prodotti freschi.


Organic potatoes (Whole Food store)

Ma qui inizia il difficile. Se un prodotto non è "organic" è considerato, da chi può permetterselo ovviamente, quasi radioattivo: carne gonfiata di steroidi, verdura trattata con pesticidi, latte rigenerato... sono solo leggende? Di chi fidarsi?




Italian Wine (Whole food store)

Anche per quanto riguarda il cibo gli americani non hanno mezze misure: passano dall' hamburger del Burger King al cibo di nicchia di Whole Food, boutique del cibo gourmet in cui trovare il Parmigiano Reggiano (non l'imitazione chiamata Parmesan), il riso Arborio, bottiglie di Moscato e di Barbaresco, i savoiardi, il prosciutto San Daniele,  il pesto, la pasta De Cecco, gli amaretti...






Frutta e verdura lavata e inscatolata (Whole Food store)





E' l'unico posto in cui comprare carne, pesce e formaggi non confezionati... frutta e verdura sono ottime... e se non avete tempo le trovate già lavate e inscatolate!



Ci sono anche diversi tipi di pane fresco (l'unico altro panettiere-pasticcere della zona, citato dalla Lonely Planet, si trova a Durham ed è tedesco: Guglhupf, dove a detta di Tommaso fanno i migliori pancake!).
Se non fosse così caro (parmigiano a 19.99 dollari la libra: fate il conto e non spaventatevi!), sarebbe il negozio perfetto! Ma se volete cucinare un buon arrosto questo è sicuramente il posto giusto in cui fare acquisti!

IPA e Carolina Blonde non possono mancare! (Trader's Joe store)

Con il passaparola dei vicini abbiamo scoperto un altro buon negozio di soli alimentari (Trader's Joe) in un "mall" a 8 minuti d'auto, in cui compriamo soprattutto frutta e verdura, ma anche grissini e fette biscottate (si trovano solo qui), pasta sfoglia e gelato, in una dimensione famigliare che profuma di casa...



Fare la spesa diventa un'arte che, oltre ad aiutarci a capire meglio una cultura diversa dalla nostra, può essere divertente.


Tommaso fa pratica con le misure americane




Girando la manopola si ottiene burro di noccioline fresco (Whole Food)




Carta di credito pronta? Anche il conto di un dollaro viene pagato con la carta di credito... noi non usiamo contanti da mesi! Gli affezionati della valuta stampata possono sempre richiedere del contante al momento di pagare il conto in qualunque negozio: il "cash back" viene addebitato insieme alla spesa ed il commesso consegna il biglietto da 10 o 20 dollari richiesto.
E le buste? Ovunque il cassiere vi metterà la spesa nelle borse e, se vi azzardate a voler fare un fai da te, vi guarderanno di storto. 

Da Walmart la cassiera riempie delle borse di plastica grigia posizionate su un "aggeggio" girevole con un unico criterio: usare il numero di borse (gratuite) più alto possibile. Comodo, direte voi, ma vi assicuro uscirete sempre dal supermercato con la sensazione che qualche borsa sia rimasta su quell'appendino... ci è capitato più volte di rincorrere il cliente prima di noi alla cassa che ne aveva dimenticate almeno un paio! 
Se invece andate da Trader's Joe e da Whole Food, up-scale shopping centers, un addetto aiuta il cassiere ad imbustare... in borse di carta che, nonostante siano resistenti, vengono quasi sempre utilizzate in coppia, non si sa mai!  Se poi comprate della carne o del pesce, vi chiedono se desiderate un'ulteriore busta a parte (continuo a non capire il danno che può subire la carne impacchettata sistemata nella stessa busta di mele o biscotti e rispondo di no).


I vincitori di settembre, ottobre e novembre non siamo stati noi...
Abituata a riciclare, ho iniziato a soffrire nel vedere l'accumularsi di bellissime buste di carta nella lavanderia (non sappiamo più dove metterle) e ho deciso di tentare di uscire dagli schemi avvertendo il commesso che avevo le mie buste. Oltre ad un "I appreciate" di commento e ad una mini discussione sull'importanza di salvare l'ambiente, ho ricevuto da Whole Food 10 centesimi a busta, mentre da Trader's Joe un foglietto su cui scrivere il mio nome per partecipare all'estrazione di un buono spesa. 


Bigliettini della "lotteria" da Trader's Joe


Vista la scatola traboccante di probabili vincitori non abbiamo speranze, ma almeno contribuiamo a salvare qualche albero...